X-Men: Dark Phoenix - La conclusione di un decennio targato Fox

Allerta Spoiler: se non siete ancora andati a vederlo, vi informiamo che questo articolo contiene spoilers che potrebbero anticiparvi eventi e situazioni del film.

Desidero cominciare questo breve articolo con una frase che, probabilmente, troverete contro-
corrente rispetto ad altri articoli che potrete aver visto o letto su fonti alternative: “X-Men Dark
Phoenix è un bel film. Realizzato egregiamente, con dovizia di particolari e rispettando una
storyline credibile e ben congegnata”.
Partiamo velocemente con un riassunto storico: abbiamo lasciato i nostri eroi dopo la sconfitta del malefico En Sabah Nur nel film “X-Men Apocalypse”. Sono intanto trascorsi 10 anni e gli X-Men sono ufficialmente riconosciuti come un gruppo di supereroi. Questo perché i loro "servigi" sono richiesti persino dal Presidente degli Stati Uniti, con cui Charles Xavier (un sempre ottimo
James McAvoy) ha una linea diretta. Sono insomma finiti i tempi dell'emarginazione e della paura, tanto che anche la gente acclama i mutanti per le loro azioni eroiche. In questo quadro, si va a inserire la storia di Jean Grey (Sophie Turner), già presentatasi nel film precedente e qui tra le colonne portanti degli X-Men, sicuramente tra le più forti grazie ai suoi strabilianti poteri telepatici. Il gruppo viene inviato nello spazio in soccorso di alcuni astronauti rimasti in balia di un’apparente tempesta solare. In questa iniziativa Jean Grey rimane vittima di un’esposizione ad una sorta di energia incontrollabile che le dona uno smisurato aumento dei poteri e le riporta alla mente fatti ed eventi del suo passato che le erano stati precauzionalmente preclusi dal Prof. Xavier. Da qui una serie di eventi che porteranno alla disgregazione del gruppo, all’arrivo di presunti alieni interessati al potere di Jean per conquistare la terra e ad un commovente finale che vede la protagonista recuperare fiducia e lucidità e donare la propria vita per salvare i suoi amici ed il pianeta. Il film risulta ben fatto, con un feeling appetibile ed interessante, forse – a tratti – scontato ma comunque avvincente. L'approfondimento psicologico dei protagonisti è abbastanza riuscito, ma il cut di un'ora e quarantacinque minuti - con una lunga introduzione e un finale spento e veloce - sembra comprimerne l'impatto emozionale. Il cuore pulsante degli eventi è basato fondamentalmente sul personaggio di Jean che vive sull'affilato dualismo tra il bene e il male, una lotta interiore in cui l'autocontrollo non sempre riesce a prevalere generando un forte senso di colpa per la malvagità che da lei stessa, suo malgrado, scaturisce, portandola a diventare il pericolo numero uno per tutti. E così tutta la trama del film si snoda e si incastra attraverso Jean, gli X-Men ed uno degli alieni avversari, Genosha (interpretata da Jessica Chastain). 
In generale quindi, X-Men: Dark Phoenix è un film pulito e sobrio che vuole raccontare semplicemente una storia in modo diretto ed essenziale e che riesce benissimo nel suo intento e mette la parola fine alla saga degli  X-Men iniziata parecchi anni fa. Perché quindi si leggono critiche spietate su questo film e sulla sua realizzazione? La risposta purtroppo è molto semplice: in virtù dell’imminente fusione della Fox con la  Disney , fusione che riporterà i diritti degli X-Men in mano alla Marvel (ricordiamoci che la Marvel , senza troppi cavilli terminologici, è ufficialmente proprietà della Disney) e che, nei prossimi anni, anche se ancora nulla di ufficiale è stato comunicato, potrebbe vedere un nuovo, ennesimo reboot di tutta la serie ad opera dei suoi veri creatori. Di fatto quello che questo film ha operato è completare e chiudere, seppur non in maniera epica e travolgente come sarebbe stato bello aspettarsi, un capitolo storico. Ed in virtù delle “mosse” politiche ed aziendali dei grandi marchi, questa chiusura è stata fatta con poco sforzo e senza quel contenuto universale che avrebbe potuto consacrare i personaggi ed i loro ruoli.

Rimane un bel film, un degno completamento a chiusura di una serie. Un cast di attori di tutto
rispetto che hanno reso vivi e comunicativi i loro personaggi. La trama, molto leggera e quasi
scontata, ha portato ad uno svolgimento veloce e rapido degli eventi ed ha regalato un finale
comunque carico di pathos e di significato seppur alquanto distaccato se posto in relazione a quella che è stata la storia di tutta la saga.

Oreste Di Giorgi